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Approvata la riforma degli uffici stampa pubblici. L'Asva: «Avviare la contrattazione e poi il concorso»

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L'aula del Consiglio regionale della Valle d'Aosta

Cambia la disciplina degli uffici stampa pubblici in Valle d’Aosta. Il Consiglio regionale ha approvato oggi, 21 aprile 2021, un disegno di legge che, come spiega una nota ufficiale dell’assemblea, «si compone di dodici articoli ed è volto ad adeguare la normativa regionale a seguito dell’intervento della Corte costituzionale che ha statuito l’illegittimità dell’applicazione del contratto nazionale di lavoro dei giornalisti agli enti pubblici».

«Il testo approvato prevede che l’ufficio stampa sia diretto da un capo, coadiuvato da un vice – entrambi in possesso di laurea e iscritti negli elenchi dei professionisti e dei pubblicisti dell’albo nazionale dei giornalisti -, e composto da addetti alle attività giornalistiche e di informazione (in possesso di laurea) o da collaboratori addetti stampa (in possesso di diploma di scuola superiore), iscritti negli elenchi dei professionisti e dei pubblicisti dell’albo nazionale dei giornalisti» prosegue la nota. Qui è possibile consultare il testo completo della nuova legge.

La riforma degli uffici stampa pubblici era un atto necessario sin dal 2019, anno in cui la Consulta è intervenuta sulla materia. L’Associazione Stampa Valdostana, fin da allora, ha chiesto alla Regione di intervenire sulla normativa regionale, aprendo di volta in volta interlocuzioni con le le diverse giunte che si sono succedute. L’instabilità politica che ha caratterizzato gli ultimi anni ha purtroppo sempre impedito di concludere in maniera proficua le trattative, trascinando nel tempo la revisione della legge e creando di fatto, nell’ultima fase, il blocco al rinnovo degli uffici stampa della Regione e del Consiglio regionale.

Con la nuova legislatura, iniziata dopo le elezioni del settembre 2020, i vertici istituzionali hanno mostrato sensibilità rispetto al tema rilanciando la riforma. L’Asva dà loro atto e ringrazia per aver voluto interfacciarsi con il sindacato dei giornalisti nell’elaborazione del nuovo disegno di legge. Allo stesso tempo non può che evidenziare come l’iter, iniziato all’insegna della piena collaborazione, sia proseguito – dopo l’audizione in commissione basata sulla bozza iniziale del testo di legge – senza alcun ulteriore coinvolgimento formale o informale del sindacato, messo nelle condizioni di poter conoscere il contenuto degli emendamenti via via depositati da minoranza e maggioranza in maniera discutibile: nel peggiore dei casi quando questi sono approdati in aula; nel migliore dei casi alla vigilia dell’adunanza del Consiglio, e solo dopo sollecito scritto con cui l’Asva ha chiesto di avere aggiornamenti.

Sbaglia, tuttavia, chi in Consiglio ha voluto strumentalizzare la nostra richiesta come una richiesta di procrastinare ulteriormente i tempi di approvazione di un disegno di legge che avrebbe dovuto essere già approvato due settimane fa. Il sindacato valdostano dei giornalisti esprime invece soddisfazione per la conclusione di un iter il cui esito attendeva da tempo e che introduce novità che l’Asva aveva a lungo richiesto, come la procedura concorsuale pubblica per il reclutamento del personale degli uffici stampa e la creazione di posti a tempo indeterminato che valorizzeranno la dignità del lavoro di addetto stampa inteso come professionista al servizio dell’amministrazione pubblica e non mero portavoce delle parti politiche che di volta in volta si avvicendano ai suoi vertici. Positiva anche l’attenzione alle peculiarità degli enti locali e degli enti strumentali per quanto riguarda il reclutamento del personale giornalistico.

Ora, per completare il percorso e rendere attuabile al più presto la nuova legge, si dovrà procedere a regolare il rapporto di lavoro degli addetti stampa attraverso una fase di contrattazione che vedrà coinvolta l’Asva in quanto articolazione locale della Fnsi, la Federazione nazionale della stampa italiana e che dovrà necessariamente garantire ai colleghi giornalisti – a cui verrà applicato il contratto del comparto pubblico – diritti e condizioni di trattamento economico e previdenziale non sfavorevoli rispetto al contratto giornalistico.

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